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EURO-4: periodo di grazia per le moto

Le due ruote motorizzate con lo standard di emissione EURO-4 possono essere vendute ancora per un anno.

In origine era previsto che il divieto vincolante si applicasse in tutta Europa a partire dal 1° gennaio 2021. Ma ora il Parlamento europeo sta freneticamente cedendo negli ultimi metri prima dell'entrata in vigore del nuovo regolamento. La proposta di prorogare la scadenza del divieto di vendita è stata avanzata dalla Commissione europea e Bruxelles, altrimenti nota per le sue esitazioni e i lunghi processi decisionali, ha approvato la mozione lunedì sera con un'ampia maggioranza. 
Andreas Schwab, eurodeputato della CDU e portavoce del gruppo PPE per la politica del mercato interno, ha spiegato le ragioni di questa decisione di ampia portata: "Dobbiamo essere flessibili in vista della crisi del Covid 19. Portare le moto direttamente dalla fabbrica alla discarica perché non sono conformi ai valori di emissioni inquinanti che si applicheranno a partire dal 2021 non solo danneggia le aziende, ma in ultima analisi anche l'ambiente". Le voci critiche accusano il Parlamento di aver preso questa decisione principalmente per motivi economici, piuttosto che ambientali. I motociclisti hanno già dovuto sopportare molto in questo 2020. Le cosiddette zone di protezione dal rumore stanno prendendo sempre più piede e molto spesso sono dirette non solo contro i veicoli a motore, ma anche direttamente contro le due ruote motorizzate che fanno troppo rumore. Sempre più comuni e città sono giunti alla fine della loro pazienza con i veicoli rumorosi e richiedono o installano con urgenza queste zone di interdizione acustica alla guida, in tutta Europa. 
Ma secondo il motto "non mi interessa quello che ho detto ieri", la politica europea sta cambiando direzione e sembra cedere a parti della grande industria. 

L'attuale proroga della scadenza da parte di Bruxelles fa tirare un sospiro di sollievo all'industria motociclistica e ai consumatori. Per l'ambiente e la salute di tutti noi, tuttavia, questa decisione politica a breve termine è più che una cattiva notizia e si riflette negativamente sul massimo organo decisionale europeo. 

PS: A proposito, non è ancora chiaro quando il divieto di vendita tornerà in vigore.